Presidente della commissione per il commercio internazionale & relatore leader per la risoluzione sul TTIP

 La firma del TTIP sembra essere in cima all’agenda della Commissione per il 2015. I produttori di vino dell’UE ritengono che questi negoziati forniscano l’occasione ideale per ottenere una tutela migliore delle loro Indicazioni geografiche negli USA. Qual è la posizione del Parlamento europeo su questo tema così delicato?

Personalmente, sono convinto che l’enorme varietà di prodotti unici che l’Europa produce e la cui importanza è stata evidenziata dall’istituzione del sistema delle IG, debba essere rico- nosciuta anche all’estero, giacché le IG promuovono e rafforzano i produttori regionali. Credo pertanto che se gli europei hanno il diritto di chiedere la difesa dell’unicità dei loro prodotti, alla stessa maniera i produttori di paesi terzi hanno il diritto di chiedere protezione per i prodotti che reputano unici. I negoziati commerciali sono la sede ideale per trovare un accordo sul modo migliore di tutelare questi prodotti. È proprio quello che sta facendo l’UE con una grande varietà di paesi in tutto il mondo, dal Canada agli Stati Uniti e da Singapore al Vietnam. Pertanto, esiste un valore aggiunto concreto che la politica commerciale dell’UE può offrire ai numerosi produttori europei di vini con IG.
 Sebbene io concordi con i produttori europei di vino e con molti altri su questo punto, non posso parlare a nome dell’intero Parlamento europeo. Esistono tuttavia due indizi molto importanti che mi fanno pensare che i miei colleghi eurodeputati condividano il mio punto di vista, ossia che questi negoziati siano la sede più adeguata per trovare una soluzione alla tutela delle indica- zioni geografiche europee negli Stati Uniti. Il primo indizio, è la risoluzione che la precedente legislatura ha adottato nel 2013, quando i negoziati relativi al TTIP non erano ancora stati avviati. Con questa risoluzione il Parlamento europeo chiede un TTIP che “dovrebbe comprendere una tutela sicura di settori definiti in modo chiaro e preciso dei diritti di proprietà intellettuale, tra cui le indicazioni geografiche”.

Il secondo indizio è rappresentato dai dibattiti in corso su una risoluzione sullo stato di avanzamento dei negoziati sul TTIP. Come capo relatore, ho portato avanti una bozza di risoluzione che invita a prevedere nel TTIP un “ambizioso capitolo sui diritti di proprietà intellettuale (DPI) che comprenda una tutela sicura di settori DPI definiti in modo chiaro e preciso, tra cui maggiori tutela e riconoscimento delle indicazioni geografiche europee”. Mentre numerosi punti della mia bozza sono stati al centro di vivaci dibattiti, l’invito alla tutela dei prodotti europei all’estero ha suscitato solamente reazioni positive. In conclusione, mi aspetto che il Parlamento europeo si esprima in modo chiaro e univoco su questo punto al momento di adottare la relativa risoluzione in seduta plenaria.

 

Il Parlamento europeo potrebbe sostenere un accordo al ribasso che escluderebbe la protezione delle IG?

Chiaramente la protezione delle IG costituisce un interesse offensivo fondamentale per l’Europa. Pertanto, l’accordo complessivo che vogliamo raggiungere dovrà riflettere questo aspetto. Inoltre, nessuno – né noi europei né le nostre controparti statunitensi – è interessato a un accordo così modesto, che escluda questioni così importanti relative ai diritti di proprietà intellettuale come le IG. Ritengo quindi che non si arriverà a una situazione in cui noi parlamentari dovremo seriamente valutare se sostenere o meno un accordo che escluda la protezione delle IG. Oggi è troppo presto per speculare sulla forma di tutela che verrà adottata, ma ritengo che i negoziatori presenteranno al Parlamento europeo al termine dei negoziati un pacchetto di misure di un certo spessore, in particolare perché la maggior parte delle IG non sono controverse negli USA.

 

Ritiene che si raggiungerà un accordo entro quest’anno?

Vista la quantità di punti da risolvere, come la protezione degli investimenti, per citare il più importante, e considerata la specificità delle questioni che i negoziatori devono affrontare, reputo molto ottimistico sperare di raggiungere qualsivoglia accordo per la fine dell’anno.
 In un accordo di così ampio respiro come il TTIP, il contenuto deve avere priorità assoluta rispetto alla celerità. Non dobbiamo bru- ciare le tappe per evitare di ritrovarci con un accordo che non soddisfa le nostre ambizioni, solo perché abbiamo cercato di ottenere un risultato il prima possibile.

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