Il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina e la nuova società Equalitas lanciano la norma nata dal confronto tra Federdoc, Unione Italiana Vini, il gruppo CSQA-Valoritalia, 3A Vino e Gambero Rosso.

Parametri certi per le aziende, comunicazione trasparente verso i consumatori. Presentazione ufficiale a Vinitaly 2016, il 12 aprile alle ore 16,30 presso lo stand del Ministero delle Politiche Agricole – padiglione Lombardia Palaexpo A2 – alla presenza del Ministro Martina.

Si chiama Equalitas e ha il compito di misurare e certificare l’evoluzione verso la sostenibilità del settore vitivinicolo italiano.

La società. Nata come approfondimento e confronti tra Federdoc, Unione Italiana Vini, il gruppo CSQA-Valoritalia, 3A Vino, Gambero Rosso e una vasta platea di produttori, raccoglie come testimone la progettualità concreta dei programmi sviluppati in questi ultimi anni – come Tergeo in seno a UIV e il Forum per la sostenibilità – che hanno avuto il fondamentale merito di allargare la visione del settore, inglobando e declinando esperienze già attuate a livello nazionale e internazionale e nutrendosi dell’esperienza straordinaria di Expo 2015.

I parametri. La norma – “Equalitas – Vino sostenibile” – sarà volontaria e risponderà a una serie di parametri ben misurabili: biodiversità, consumi, impronta carbonica, gestione fitosanitaria, ma anche interazione con le comunità locali e quindi impatto sociale delle aziende. La sostenibilità verrà approcciata secondo i tre pilastri sociale, ambientale ed economico.

La condivisione. Parametri che sono stati condivisi in una fase preliminare con oltre 4.000 aziende attraverso questionari allargati, che sono stati via via rifiniti e dettagliati con un confronto diretto con oltre 500 aziende vitivinicole, espressione di tutte le anime della filiera: piccoli e medi produttori, cooperative, grandi aziende vinificatrici e imbottigliatrici.

I bisogni. La norma “Equalitas – Vino sostenibile” risponde a una serie di esigenze non più rimandabili del settore vino: innanzitutto, dotarsi di uno schema condiviso, oggettivo e certificabile da un ente terzo. La terzietà del soggetto certificatore consente alle aziende di lavorare su una norma volontaria che ha profondi benefici in termini interni – autovalutazione dei propri sistemi produttivi e miglioramento delle performance – ed esterni, nel rapporto con i consumatori: la certificazione, sancita dal marchio collettivo che verrà presentato al prossimo Vinitaly, permette di offrire la trasparenza informativa necessaria a facilitare la comprensione da parte dei clienti di livelli di prezzo superiori.

“Abbiamo pensato ai consumatori e alle aziende” spiega Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Equalitas “i primi vogliono vini buoni ma anche certezze quando si parla di sostenibilità; le seconde avevano necessità di uno strumento in grado di trasferire all’esterno con immediatezza e semplicità il proprio impegno su questo tema fondamentale. Equalitas – lo dice il nome stesso – fa partire tutti dallo stesso livello e con le stesse regole, e offre per questo una cornice trasparente di sostenibilità competitiva, all’interno della quale ogni azienda dipingerà il quadro secondo il proprio stile e la propria sensibilità”.

L’auspicio adesso è che lo straordinario lavoro di sintesi fatto in seno alla filiera vitivinicola e che ha portato alla nascita di “Equalitas – Vino sostenibile” possa essere preso come base dal Ministero delle Politiche Agricole per definire un quadro normativo generale, in linea con le direttive comunitarie in tema di sostenibilità delle produzioni agroalimentari.

Equalitas è la newco nata da Federdoc, Unione Italiana Vini, gruppo CSQA-Valoritalia, 3A Vino, Gambero Rosso con l’obiettivo di creare un movimento di stakeholder per una visione omogenea, condivisa e competitiva della sostenibilità del settore vitivinicolo italiano.

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